Entropia (Tutto va come deve andare)

Mostra di Andrea Mancini

 

L’acquerello, o l’imprevedibilità della perfezione.

L’acquerello, nelle arti visive tradizionali, è la tecnica più sottovalutata e difficile che ci sia. Sottovalutata sin da bambini, quando regali la confezione con le pastiglie colorate e il pennellino, sottovalutata soprattutto da quei critici e galleristi che per un antico pregiudizio storico ritengono Oli, Acrilici, Alchidici, un migliore e più sicuro investimento in arte.

Difficile, perché come in nessuna altra tecnica l’acquerello richiede all’artista di mettersi a disposizione totale della imprevedibilità, dell’autonomia che questa tecnica richiede per dare il meglio di sé, per aspirare alla perfezione.

Non avrai mai due sfumature uguali, non sai mai dove e come sarà “la macchia” asciugando sulla carta… In altre parole l’acquerello non lo puoi controllare e devi imparare a lasciarti sorprendere dalla sua magia prima di dominarlo. Chi lo ha usato anche solo per diletto sa quanto questa proprietà spaventi e risulti frustrante al principiante come all’artista più consumato.
L’acquerello, per me, è la tecnica della leggerezza. Sin dai primi approcci l’ho sentito in sintonia con la mia maniera veloce e d’impressione, spesso volutamente non-finita. Forse per questo l’ho sempre preferito. Per l’immediatezza di espressione per raccontare un’emozione o per fermare l’attimo alla stessa velocità del pensiero. Con l’acquerello ho illustrato alcuni momenti del mio percorso artistico come fossero appunti scritti di getto. Talvolta sono stati frutto di mirati studi preliminari per arrivare a “quel” gesto, puro, estetico e sintetico (è il caso degli acquerelli creati per la moda o alle serie dei cantieri e degli accumuli). Ma la maggior parte di queste carte sono più spesso pezzi unici, non ripetuti, non studiati, quasi nel rispetto di un “ora e subito” che rendesse in un colpo solo l’estasi visionaria di un’immagine senza tanti filtri ma così, come mi veniva. Alla prima. Perché l’acquerello non ti consente pentimenti, e io – di lui – non mi sono mai pentito.
Queste tavole che vi presento sono come le pagine del mio diario, ognuna legata a momenti importanti della mia carriera, ad incontri e svolte professionali della mia vita che ne hanno tracciato il percorso con la stessa imprevedibilità e lo straordinario effetto a sorpresa di un pigmento sciolto in acqua.

 

Andrea Mancini
Andrea Mancini, è un illustratore e artista digitale. Diplomato in Grafica pubblicitaria e fotografia all’Istituto Statale d’arte di Firenze con un maestro dell’illustrazione italiana come Leonardo Mattioli, ha esordito sul “Sergente Kirk” dell’editore Ivaldi di Genova, su “Circus” per l’editore Glenat di Parigi, su “Frigidaire” e “Tempi Supplementari” (Primo Carnera Editore), e per diversi giornali della sua città come La Nazione Il Corriere e il Brivido Sportivo.

Nella sua operosa carriera di illustratore pubblicitario ha lavorato per clienti come Piaggio, ENI, FIAT, Barilla, National Geographic, Giunti Gruppo Editoriale, Menarini, Ricard, Absolut Vodka, Ferragamo, Lardini Filottrano.

Ha esposto le sue opere in numerose mostre personali in Italia e all’estero (L’ultima mostra nel 2019 a New York nello spazio 632 on Hudson).

Dal 2012 realizza i suoi acquerelli per lo stilista Massimo Alba e crea i digital paintings per le promo video animate di Mediaset (Italia Uno Freedom). Andrea Mancini è oggi un formatore e trainer professionale di artisti digitali (Wacom) e un educatore e divulgatore di anatomia artistica e tecniche tradizionali in scuole, accademie e già dal 2018, di workshop e corsi online.

 

Palazzo Villani Stiozzi Ridolfi/Cafaggio del Vescovo

Via Ricasoli 21 Firenze

Lunedì – Sabato 8:30-21:30